Indice
In questa guida spieghiamo come risparmiare sull’illuminazione di casa.
Per l’illuminazione di casa viene utilizzata molta energia e si tratta quindi di un aspetto da considerare per chi vuole risparmiare
Una famiglia composta da quattro persone in un bimestre consuma mediamente per l’illuminazione circa 65 o 70 kilowattora, che è l’unità di misura dell’energia elettrica e che risulta essere il prodotto di una potenza, kW, per un tempo in ore, h.
Questa spesa costituisce circa il 10% dei costi di energia elettrica che compaiono sulla bolletta della luce e può essere ridotta seguendo alcune semplici regole.
Sfruttare Meglio la Luce Naturale
Per risparmiare energia, è necessario, come prima cosa, valorizzare al meglio la luce naturale.
Nella progettazione di una casa, gli accorgimenti principali che influenzano la luce sono quelli che riguardano il posizionamento e le dimensioni delle finestre.
Bisogna però anche considerare il tipo di luce che proviene dall’esterno, che varia a seconda dell’orientamento dell’edificio, la trasparenza dei vetri e la capacità di riflettere la luminosità dei materiali e dei colori delle pareti.
Per migliorare la qualità dell’illuminazione sono quindi da preferire i colori tenui, con alti indici di riflessione, come giallo chiaro, verde chiaro e bianco. I colori saturi, come il blu violaceo e il rosso, causano invece un maggiore affaticamento visivo.
Il consiglio è quindi quello di non collocare sorgenti di illuminazione dove non serve e di valutate l’esposizione delle singole stanze alla luce solare per decidere il tipo di illuminazione, in relazione anche all’attività che vi viene svolta.
Importante è poi ricordare di spegnere l’interruttore quando si esce da una stanza. Sembra una cosa ovvia, ma non tutte le persone se ne ricordano.
Tipologie Lampadine
Negli ultimi anni il mercato delle lampadine è andato incontro a molti cambiamenti.
Le tradizionali lampadine a incandescenza, cioè i classici bulbi in vetro con il filamento di tungsteno, a partire da quelle più energivore come le 100 W fino a quelle da 25 W, sono uscite dal mercato già da diversi.
Anche le lampade alogene, che le avevano sostituite, sono praticamente scomparse.
Oggi possiamo quindi scegliere tra lampadine fluorescenti e lampadine a Led. Di seguito vediamo nel dettaglio le caratteristiche principali di questi prodotti.
Lampadine fluorescenti
La luce emessa da questo genere di lampadine è comparabile a quella delle lampadine a incandescenza, ma con un consumo fino a cinque volte inferiore. Le lampade meno potenti, tra i 500 e i 1.000 lumen, sono consigliate per postazioni luce decentrate, mentre quelle sopra i 1.000 lumen sono adatte per le postazioni luce centrali, come i lampadari. La durata oscilla tra le 6.000 e 10.000 ore.
Risulta essere possibile dividere le lampade fluorescenti in tre categorie.
-Lineari tradizionali. Queste lampadine hanno un rendimento di circa 90 lumen/watt e una durata media di circa 10.000 ore. In queste lampade il contenitore di vetro ha la forma di un tubo e le potenze più comuni sono 36 e 58 watt.
Sono disponibili nelle tonalità di luce calda, bianca, fredda o diurna, a seconda della composizione delle sostanze fluorescenti usate. Le lampade economiche contengono polveri fluorescenti di scarsa qualità e basso costo, che danno origine a tonalità di luce che falsano i colori, con resa cromatica insoddisfacente. Non sono adatte per l’illuminazione domestica o di uffici e negozi, mentre possono trovare impiego in alcune applicazioni industriali.
I modelli di qualità contengono invece miscele di polveri di alta qualità, che permettono di ottenere tonalità di luce simili a quelle delle lampade a incandescenza.
Per l’alimentazione di queste lampade viene utilizzato un dispositivo di alimentazione, chiamato reattore, che ha il compito di limitare al corretto valore la corrente di scarica, e uno starter che ha il compito di facilitare l’innesco della scarica.
-Fluorescenti lineari ad alta frequenza Rendimento. Queste lampadine hanno un rendimento di circa 100 lumen/watt e una durata media di circa 12.000 ore. Si tratta di lampadine progettare per funzionare con alimentazione a mezzo di reattori elettronici ad alta frequenza, cosa che permette di ottenere un risparmio di energia di circa il 25% rispetto ai reattori convenzionali.
Tra i vantaggi bisogna segnare l’accensione istantanea senza starter, l’assenza di sfarfallamento e di annerimento alle estremità, la possibilità di un’ottima regolazione del flusso luminoso. La regolazione del flusso può essere automatica, per mezzo di fotocellule, o manuale, per mezzo di un potenziometro.
-Fluorescenti compatte e compatte integrate elettroniche. Queste lampadine hanno un rendimento da 40 a 60 lumen/watt e una durata media di 10.000 ore. Si tratta delle lampadine che vengono normalmente chiamate a risparmio energetico e sono disponibili in numerose versioni, avvitabili sullo stesso supporto delle vecchie a incandescenza.
Queste lampadine offrono tonalità di luce simili a quelle delle lampade a incandescenza, ma con un’efficienza e una durata molto superiori. L’efficienza luminosa cambia comunque in base al tipo. Le lampadine fluorescenti con attacco convenzionale costano meno, durano meno e hanno una qualità di luce inferiore a quelle con attacco elettronico. Per quanto riguarda il risparmio energetico, quelle ad attacco convenzionale possono ridurre i consumi d’energia elettrica rispetto alle vecchie incandescenti di circa il 70% a equivalenza di flusso luminoso, quelle con attacco elettronico dell’80%.
Lampadine a Led
Il termine Led indica un diodo, un particolare componente elettronico, in grado di emettere luce. Le lampadine a led sono quindi lampadine che utilizzano i Led, alimentati da un apposito circuito elettronico, come sorgenti di luce in alternativa alle vecchie lampade incandescenti o alle fluorescenti.
I vantaggi sono numerosi, sia in termini di risparmio energetico sia di durata. In commercio è infatti possibile trovare lampadine a Led con attacco a vite standard e consumi ridottissimi, 3,4 W e 60 lumen per watt, che offrono prestazioni simili a una lampada a incandescenza da 40 W. Le lampade a led per casa o per gli esterni possono arrivare ad avere una durata di circa 18/20 anni di funzionamento, 175.000 ore circa di accensione continua, a differenza di quelle ad incandescenza che hanno una durata di sole 1000 ore, sopportano vibrazione e scosse quindi hanno una notevole insensibilità agli urti, a differenza delle lampadine ad incandescenza, che si fulminano, i Led si spengono poco per volta fino a raggiungere una riduzione della luminosità del 20 o 30 per cento. Da questi fattori ne deriva il notevole abbattimento dei costi di manutenzione.
Il mercato oggi offre le più svariate forme di lampadine a led che vanno dalle classiche forme sferiche delle vecchie lampadine ad incandescenza a quelle più odierne, quindi andranno bene per tutti i tipi di lampadari, e mantengono anche i classici attacchi standard con le lampadine led e27, attacco a vite, e lampadine led e14, attacco a vite mignon e a puntali, quindi vanno bene per tutti gli impianti. Le prime lampadine a led venivano criticate in quanto emettevano una luce fredda tendente al bianco blu non tanto adatte all’ambiente di casa, ove si preferisce una luce più calda con un colore tendente al giallo. oggi grazie ai progressi fatti da questa tecnologia possiamo trovare modelli che non hanno nulla da invidiare alla luce delle lampadine tradizionali, le lampadine a led di nuova generazione producono una luce calda e tendente al giallo, hanno un accensione istantanea, generano una quantità minima di calore che consente a queste lampadine di essere impiegate anche a contatto con materiali che temono il calore come legno e plastica e di ottenere un risparmio sulla climatizzazione e al contrario delle lampade a risparmio energetico non producono raggi infrarossi e ultravioletti che sono dannosi per la nostra salute.
Bisogna comunque fare attenzione in fase di acquisto. I modelli più cari, infatti, a volte non ripagano il loro costo iniziale rispetto a modelli con un prezzo più basso. I consumi elettrici infatti sono così bassi che non permettono di recuperare i maggiori costi, anche se spalmati in un arco temporale anche di 10 anni.
Come Scegliere le Lampadine
Quando si compra una lampadina, è necessario di analizzare una serie di caratteristiche per essere certi di fare la scelta migliore per le proprie esigenze.
Quando si compra una lampadina, spesso si tende a guardare l’indicazione dei watt. Il dato più invece, invece, è quello che riguarda i lumen, che permettono di capire quanta luce fa davvero la lampadina. Il lumen rappresenta infatti l’unità di misura della luce che viene emessa da una lampada.
A parità di lumen, lm, il consumo cambia a seconda del tipo di lampadina. Un Led da 12 watt, una fluorescente da 12 watt, un’alogena da 42 watt e una vecchia incandescente da 60 watt, per esempio, hanno tutte un’intensità di luce di 600 lm
La resa luminosa è l’apporto di energia elettrica trasformata in luce, cioè la quantità di luce emessa in rapporto al consumo di energia elettrica. Il valore lumen/watt esprime l’efficienza luminosa di una lampadina e risulta essere molto importante in fase di scelta di una lampadina. Per esempio, visto che una lampadina a incandescenza da 150 watt emette circa 2.000 lumen, è possibile dedurre che per ogni watt assorbito è in grado di produrre 13 lumen, cioè 2.000 lumen : 150 watt = 13 lumen.
L’indice di resa cromatica, Ra, indica invece in che misura la luce emessa da una sorgente luminosa permette di apprezzare le sfumature di colore degli oggetti illuminati. Le lampade sono classificate con un indice numerico compreso tra 0 e 100 e quanto più questo valore si avvicina a 100, tanto più la sorgente luminosa permette l’apprezzamento delle sfumature di colore.
La tonalità di luce emessa da una lampada è determinata dalla temperatura di colore, espressa in gradi kelvin, K. In base a questo valore le lampade vengono classificate in tre tonalità
-calda, con temperatura di colore compresa tra 2.000 e 3.000 K
-bianca, con temperatura di colore compresa tra 3.000 e 5.000 K
fredda, con temperatura di colore superiore a 5.000 K.
La qualità della luce dipende dalla sua tonalità e dall’indice di resa cromatica. Per esempio, negli ambienti illuminati con lampade a luce fredda, per conferire un aspetto accogliente si devono prevedere valori d’illuminazione superiori a quelli che sarebbero sufficienti nel caso d’impiego di sorgenti a luce bianca o calda. In generale, tuttavia, migliorare l’illuminazione non significa semplicemente aumentare la potenza delle lampade, è invece molto più importante determinare la corretta distribuzione delle sorgenti luminose e la giusta qualità della luce.
Da considerare è anche la durata della lampadina, cioè il numero di ore di funzionamento dopo il quale il 70% delle lampade di un determinato lotto presenta un decadimento del flusso luminoso.