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Oggi siamo tutti abbondantemente esposti ai rumori esterno, per questo è necessario conoscere il modo per poterli limitare.
In questa guida sono disponibili una serie di consigli per isolare acusticamente le pareti e le finestre della vostra casa.
Il rumore
Volendo dare una definizione fisica e tecnica del rumore, esso è un fenomeno acustico più o meno irregolare e confuso che non abbia carattere musicale. Trattandosi comunque di un suono, ha tre componenti: l’intensità, misurata in decibel; la frequenza, misurate in hertz e la durata. La combinazione delle tre componenti determina il fastidio del rumore che è solitamente soggettivo e la sua sintomatologia a livello fisico che è invece un dato oggettivo. La legge italiana di riferimento per quanto riguarda l’inquinamento acustico è la n. 447 del 26 ottobre 1995. In base a queste disposizioni giurisprudenziali che stabiliscono anche i limiti massimi ai quali un essere umano può essere esposto al rumore, invita ogni comune a suddividere il territorio di propria competenza in aree in base alla vicinanza dalle fonti rumorose e della loro relativa intensità.
Ne consegue che le aree maggiormente protette dovrebbero essere adibite a ospedali, scuole e luoghi di riposo. Quelle a traffico ridotto, con assenza di poli industriali o artigianali, deputate generalmente a zone residenziali. Quelle ad alta intensità di traffico, con presenza di poli commerciali e uffici ma con assenza di industrie, invece, vengono chiamate “aree di tipo misto”. La presenza di linee ferroviarie e poli artigianali e commerciali invece determina le aree ad “intensa attività umana”. A chiudere la lista ci sono le aree prettamente industriali, che generalmente sorgono fuori dal centro abitato. Per quanto riguarda i rumori domestici, quelli di cui si occupa questa guida, si distinguono in esterni ed interni. I primi sono dati dal traffico in strada, dal traffico aereo (chi abita in prossimità di aeroporti può ricevere un indennizzo per il rumore dal proprio comune), dai lavori. I secondi sono causati da ascensori, riscaldamenti centralizzati, scarichi, elettrodomestici.
Abbiamo detto che l’onda sonora è composta dall’intensità,dalla frequenza e dalla durata. È stato scientificamente appurato che l’orecchio umano può sopportare una pressione sonora, misurata in decibel, che va da 0 a 130, quest’ultima stabilita come la soglia del dolore. Non è detto però che tutte queste misure siano “buone”: da una certa frequenza in su, se si è esposti in modo prolungato, si può andare incontro a danni irreversibili all’udito, fino alla sua perdita definitiva. Prima di presentare la scala del rumore, è bene sapere che l’intensità dell’onda sonora segue una curva esponenziale: se il rumore sulla scala aumenta di 3 decibel, come percezione uditiva in realtà equivale al doppio. La scala del rumore, abbiamo detto va da 0 a 130 decibel. Viene definita con il valore 0 la “soglia di udibilità” umana. Tutte le frequenze sotto lo 0 noi non le percepiamo. Cani e gatti hanno invece parametri differenti. Una conversazione a bassa voce ha una intensità pari a 20 decibel; 30 decibel corrispondono ad una casa in zona residenziale molto tranquilla.
Una casa sita in un quartiere di città ha un “rumore” pari a 40 decibel. 50 decibel, invece, è l’intensità di una conversazione normale. Si sale a 60 decibel per una finestra aperta su strada a medio traffico; 70 decibel per una strada trafficata; 80 decibel per una strada molto trafficata; 90 è l’intensità di rumore prodotto dalla metropolitana in arrivo o da uno scooter. A quota 100 decibel abbiamo il traffico intenso o il rumore di una sega a nastro (ad esempio chi abita vicino ad un laboratorio di falegnameria conoscerà bene questo rumore). Si arriva a 110 per un concerto di musica rock e a 120 in caso di martello pneumatico acceso (se sotto casa fanno i lavori, sarà un rumore insopportabile). A 130 decibel, abbiamo detto, è fissata la soglia del dolore. Quali di questi rumori provoca danni all’udito? Il rumore provoca stress. I sintomi “più lievi” sono causati da rumori improvvisi, anche lievi, che poi cessano subito. Questi sbalzi di sonorità comportano comunque alterazioni neurovegetative: ad un rumore improvviso può corrispondere un aumento della frequenza cardiaca o della pressione. I sintomi “più gravi” dell’esposizione a rumori anche continuativi possono celarsi nella difficoltà a prendere sonno, difficoltà di concentrazione e di apprendimento, affaticamento.
Soprattutto se il sonno è turbato o interrotto spesso, a lungo andare può causare depressione o disturbi del comportamento. Il rimedio primo è cercare di abitare in un quartiere residenziale o tranquillo, nel quale l’intensità del rumore non superi i 30 decibel. Se ciò, per qualunque ragione, non fosse possibile, scegliere come camera da letto la stanza più riparata della casa, quella meno esposta all’esterno o all’appartamento del vicino. La presente guida propone anche utili consigli per rendere la propria casa confortevole e più isolata contro l’inquinamento acustico. Chi abita al piano terra o in villetta e ha un giardino, un primo schermo dai rumori che provengono dalla strada è rappresentato dalle siepi di cinta. Ma attenzione anche ai luoghi di lavoro: è stato provato che un rumore di intensità fino a 80 decibel si può sopportare tranquillamente ma già 85 decibel possono rappresentare un problema: se si rimane esposti durante l’età lavorativa a questa intensità, c’è il 35% di possibilità di riportare danni all’udito. Chi lavora per 40 anni con un rumore a 90 decibel, invece, resterà sordo nel 51% dei casi. Quindi, mai prendere sotto gamba il problema: è sempre bene dotarsi di cuffie o caschi che attutiscano il rumore e i danni causati da esso. Anche a casa, massima cura nell’utilizzo prolungato di impianti stereo e tv, soprattutto per la salvaguardia dell’udito dei bambini.
Pareti
Per cercare di isolare la propria abitazione dai rumori che filtrano dalle pareti, dalle finestre e dalle fessure delle porte, soprattutto se si condivide il pianerottolo con altri appartamenti, si può ricorrere a dei piccoli espedienti, veloci, mediamente economici e anche abbastanza efficaci. Per isolare le pareti: l’ideale sarebbe dotarle di una intercapedine isolante, soprattutto quelle che sono in comune con altri appartamenti. L’intercapedine può essere riempita con aria o altro materiale isolante. Una volta inserito l’isolante, si crea una seconda parete di cartongesso alla quale poi si appoggeranno i propri mobili.
Esiste tuttavia un nuovo materiale che nel 2003 è entrato nel guinness dei primati come il materiale solido più leggero del mondo. Si chiama Aerogel ed è composto per il 99% da aria e per il restante 1% da biossido di silicio. Se ci si trova nell’impossibilità di costruire una intercapedine perché l’appartamento non è di proprietà o il budget familiare non lo consente, si può benissimo provvedere all’isolamento acustico coprendo le “pareti rumorose” con dei capienti armadi a muro, preferibilmente su misura per evitare di lasciare zone scoperte. Il vantaggio, oltre che in termini di spazio per riporre le proprie cose, è una discreta in sonorizzazione, soprattutto se si riempie l’armadio con molti vestiti.
Questi “solidi” assorbono il rumore evitando che si propaghi nell’aria attraverso le vibrazioni. Un piccolo accorgimento per chi si trova a ristrutturare gli interni: per attutire il rumore, si possono utilizzare le pareti esterne o quelle confinanti con altri appartamenti come zone di passaggio, corridoi, disimpegni o armadi a muro. Con questo sistema di isolano le zone più sensibili al rumore: le camere da letto e i salotti. Se la conformazione del vostro appartamento lo consente, si può proporre questa soluzione all’architetto in fase di ristrutturazione.
Porte e finestre
Il rumore, che in termini tecnici prende il nome di “energia sonora” può propagarsi per via solida, cioè attraverso la vibrazione della struttura esterna dell’edificio che si propaga alle pareti interne e poi nell’ambiente oppure per via aerea. L’isolamento dal rumore, pertanto, consiste nell’eliminare ogni discontinuità (fessure delle porte, serrature, cassette delle lettere che si aprono dall’interno dell’appartamento, infissi non correttamente sigillati) impedendo all’onda sonora di propagarsi, soprattutto per via aerea. Quindi, nel caso specifico di porte e finestre, sarà opportuno attenersi ai seguenti consigli.
Porte
Applicare alle estremità inferiori delle porte e lungo la cornice delle stesse le guarnizioni di gomma. Sono le stesse usate per isolare la casa termicamente, ma eliminando con la loro massa le “fessure” permettono di isolare dal rumore oltre che proteggere dagli spifferi e dalle correnti d’aria.
Finestre
Qui ci sono due soluzioni. La più economica, veloce e sbrigativa consiste nel dotare gli infissi delle gommine isolanti come quelle descritte per le porte. Evitano la dispersione del calore, soprattutto d’inverno a caloriferi accesi e assorbono il rumore proveniente dall’esterno. Se ciò non dovesse bastare perché si abita una strada molto trafficata o se il budget familiare consente la spesa, si possono cambiare gli infissi della propria abitazione, montando un modello con vetrocamera.Si tratta di infissi di nuova generazione progettati per garantire un ottimo isolamento sia termico che acustico. Sul telaio di legno o alluminio è montata la finestra con doppi vetri distanziati da una intercapedine (la cosiddetta vetrocamera) e poi sigillati con una doppia guarnizione in elastomero termoplastico, materiale resistente ad una gamma di temperatura compresa fra -40°C e + 120°C. Questo genere di infissi però rappresenta un notevole investimento economico. Diversamente, si possono proteggere gli infissi già installati (anche quelli di vecchio tipo, con un solo vetro) con delle “sovrafinestre”. Si tratta di un secondo infisso che funge da schermo ai rumori esterni, meglio se dotato di un vetro più spesso.
Pavimenti
Il rumore, soprattutto quello che si propaga per via solida può provenire pure dal pavimento che, in un condominio, corrisponde al soffitto dell’appartamento sottostante. Esistono delle norme comportamentali che, rientrando nella buona educazione, tutti dovrebbero osservare. Come, ad esempio, tenere il televisore e l’hi-fi a volume moderato; indossare le pantofole invece che le scarpe con il tacco quando si cammina in casa; limitare al minimo i rumori la notte e durante le ore di quiete.
Già queste norme basilari dovrebbero rendere quieto il vivere fra vicini e confinanti. Ma a volte non è sufficiente, soprattutto nelle moderne palazzine e con tramezzi sottilissimi fra un appartamento e l’altro. Allora, per evitare che il rumore “passi” al piano di sotto suscitando le ire dell’inquilino, meglio insonorizzare il pavimento con la moquette o con dei grossi tappeti di lana, spessi e isolanti. In ingresso e in salotto, a maggior ragione se si ricevono spesso ospiti e, soprattutto, nella camera dei bambini.
Chi invece si trovasse a dover ristrutturare la casa, può scegliere di mettere, al posto delle tradizionali mattonelle, un altro tipo di pavimento che assorbe maggiormente i rumori limitando l’inquinamento acustico. Fra i materiali più indicati sono quelli resilienti: gomma, vinile o sughero. Soluzione spesso non bella dal punto di vista estetico ma estremamente funzionale. In alternativa (e con miglior risultato finale) resta l’intercapedine fra soletta e pavimento calpestabile, riempita con uno strato di almeno 25 millimetri di sabbia asciutta. Assorbe ottimamente le vibrazioni prodotte dal calpestio e permette di posare sopra qualunque tipo di pavimento. Infine, è bene sapere che l’uso di pareti o pavimenti ad alto peso specifico consente di avere un maggior effetto fonoisolante. Infatti, l’attitudine ad assorbire il rumore, aumenta all’aumentare del peso specifico del muro. Laddove il peso specifico dei divisori non risulti adeguato, si può provvedere alle sopra descritte “pareti multiple” dotate di intercapedine isolante e di pannelli coprenti in cartongesso .