Indice
Tra le bevande alcoliche è la più apprezzata dopo il vino rosso e continua a conquistare gli italiani di anno in anno. Parliamo naturalmente della Birra, a cui dedichiamo la guida di oggi. Secondo una indagine commissionata da AssoBira e realizzata dall’Ispo su un campione di 1200 individui (maggiorenni), ad apprezzare questa bevanda sono il 71% degli Italiani, contro il 78,6% dei bevitori di vino (e questo dato è in continua crescita).
Cenni storici
Diverse fonti darebbero per certa la sua produzione già circa 6 millenni fa, ad opera dei Sumeri (in Asia). Proprio una tavoletta sumera di 6.000 anni fa ritraeva persone intente a bere una bevanda con cannucce di paglia da una brocca condivisa (foto a sinistra). E’ invece del 4500 a.C. una tavoletta assira in cui è nominata sia la parola “birra” che la parola “birraio” e a seguire sono stati trovati anche diversi manufatti egizi che ritraggono i birrai al lavoro. Greci, Fenici, Etruschi e Romani: i commercianti Fenici conoscevano molto bene la Birra e ne facevano arrivare in terra greca, dove era molto apprezzata, soprattutto durante le feste in onore di Demetra e i giochi olimpici (durante i quali era assolutamente vietato il consumo del vino). In Italia le origini birraie risalgono al tempo degli Etruschi che fecero conoscere questa bevanda alcolica anche ai vicini Romani. Ci furono personaggi famosi che apprezzavano particolarmente la birra, come ad esempio Agricola, governatore della Britannia, che quando rientrò a Roma nell’83 d. C. portò con se tre mastri birrai da Glevum (l’odierna Gloucester – UK). E’ impressionante come con il passare del tempo la birra si sia diffusa in tutto il mondo e come con pochissime materie prime si riescano a creare tante varietà di questa bevanda alcolica.
Produzione
Il procedimento con cui viene prodotta la birra è piuttosto semplice: si parte dal malto d’orzo che viene tritato e messo in acqua bollente, dove avviene la trasformazione dell’amido dell’orzo in zuccheri. Quando tutti gli amidi sono stati trasformati in zuccheri viene filtrata la parte solida, ottenendo così un liquido zuccherino detto mosto. Quest’ultimo viene poi portato ad ebollizione con le infiorescenze di luppolo, acquisendo da queste le caratteristiche aromatiche e di amaro. Viene poi filtrato il mosto dal luppolo e raffreddato ad una temperatura che – dopo l’aggiunta di lievito – consenta la fermentazione. Fermentazione che trasforma gli zuccheri e produce alcool e anidride carbonica (e alcuni composti aromatici). Una volta terminata la fermentazione, il lievito si deposita sul fondo del fermentatore e la birra viene lasciata maturare per poi essere servita o imbottigliata o infustata.
Composizione della Birra
Il 90%circa è acqua, la componente più economica del processo di produzione di una birra ma anche la fondamentale. Non a caso le birre più famose del mondo devono la loro creazione e la loro fama alla speciale natura delle acque (e il loro differente contenuto in sali minerali) con cui vengono prodotte. Alcune tipologie di birra necessitano infatti di acque poco mineralizzate, altre invece acque più dure con molto calcare. Ad esempio un’acqua ricca di solfati rinforza l’amarezza e la secchezza del luppolo mentre una ricca in cloruri ne rinforza la dolcezza. Nella moderna produzione il consumo di acqua si attesta a circa 300 litri ogni 100 litri di birra prodotta e gli stabilimenti non hanno più bisogno – come una volta – di essere vicino ad una sorgente d’acqua con caratteristiche particolari, perché possono essere ricreate tranquillamente con appositi sistemi di filtraggio. Il restante 10% è costituito principalmente da zuccheri, alcol e una minima presenza di vitamine.
Composizione dettagliata di 100 grammi di birra chiara (ovvero 99.2 ml.)
Se vi siete sempre posti questa domanda, oggi tramite le dettagliate tabelle dell’INRAN, vi sveliamo cosa assumete quando vi date alla degustazione di una o più birre.. 100 grammi di Birra (99.2 ml.) contengono: 93.5 grammi di acqua; tra i 2 e i 5 grammi di zuccheri; 2.8 grammi di alcol; 0.2 grammi di proteine; 10 mg. di Sodio; 35 mg. di Potassio; 28 mg. di Fosforo; 1 mg. di Calcio. Tra questi, anche un moderato apporto di Vitamine: 0.9 mg. di Niacina (Vit. PP); 0.03 mg. di Riboflavina (Vit. B2) e 1 mg. di Vitamina C.
Le tre classificazioni della birra
La birra viene classificata in tre principali categorie, basate sul tipo di fermentazione. Ale: sono classificate qui le birre al ‘alta fermentazione‘ (temperature elevate), prodotte con i lieviti della specie Saccharomyces cerevisiae. Lager (le più diffuse sul mercato): sono prodotte con i lieviti della specie Saccharomyces carlsbergensis e seguono un processo a ‘a bassa fermentazione‘ (temperature basse). Lambic: sono birre dalle caratteristiche uniche al mondo e sono prodotte esclusivamente in una regione del Belgio meridionale, dove il mosto è esposto a particolari lieviti (indigeni selvatici) come il Brettanomyces bruxellensis.
In base poi alle varie caratteristiche (colore, sapore, gradazione alcolica, ingredienti, ricetta, storia e metodo di produzione) esistono ulteriori varianti, chiamati stili di birra.
-Abdij/Abbaye/Abbazia: prodotta secondo ricette di antichi monasteri. In Belgio, dove è piuttosto diffusa, è una birra ad alta fermentazione, decisamente alcolica e strutturata.
-Altbier Tedesca: birra ad alta fermentazione di colore ambrato carico. Tipica di Düsseldorf, possiede un’alcolicità vicina al 4,5 %.
-Bière AssoBirranche: birra di frumento belga dall’aspetto opalescente e speziata. Contiene circa il 5% di alcol.
-Barley wine: birra particolarmente alcolica (normalmente oltre il 9%). Il colore può andare dal dorato all’ambrato molto intenso.
-Berliner weisse: birra di frumento tipica di Berlino con circa il 3% di alcol e dall’aspetto lattiginoso. A volte viene servita con del succo di frutta per attenuarne la forte acidità.
-Bière de garde: birra del Nord della Francia ad alta fermentazione e rifermentata in bottiglia. L’alcol varia tra il 5 e il 7% e il colore è generalmente ambrato.
-Bière de mars: birra francese a bassa fermentazione, solitamente è ben strutturata, di colore ambrato e con un’alcolicità vicina al 5%.
-Birra di puro malto: birra prodotta con malto d’orzo e/o malto di frumento senza l’aggiunta di cereali non maltati.
-Birra speciale: secondo la legge italiana è una birra con almeno 12,5 gradi Plato (gradazione saccaromerica) e una gradazione alcolica generalmente poco superiore al 5%.
-Bitter ale: la più classica delle birre inglesi, possiede circa il 4% di alcol, un colore ambrato e un deciso carattere luppolato. Le versioni best e special sono leggermente più alcoliche.
-Bock: birra tedesca a bassa fermentazione, spesso ambrata, con un carattere maltato e un’alcolicità compresa tra il 6 e il 7,5%. La variante maibock veniva tradizionalmente prodotta per le feste primaverili.
-Brown ale: di colore ambrato intenso e dal gusto leggermente dolce. Tipicamente tra il 3,5 e il 4,5% di alcol.
-Cream ale: definizione per una birra americana chiara, non particolarmente strutturata nel corpo e nel gusto. Vicina al 5% di alcol.
-Doppelbock: birra a bassa fermentazione della Germania meridionale. Ha alto contenuto alcolico, di solito oltre il 7.5%. Di colore ambrato carico o quasi scuro.
-Doppio malto: secondo la legge italiana è una birra con una gradazione Plato non inferiore a 14,5, e con circa 6,5% di alcol sul volume.
-Dortmunder : come lascia immaginare il nome, tipica di dortmund, è una lager chiara piuttosto luppolata con un’alcolicità vicina al 5%.
-Draught: in inglese significa letteralmente “alla spina”. Le lattine e le bottiglie che riportano questa indicazione contengono un dispositivo meccanico atto a simulare l’effetto di spillatura della birra.
-Dubbel/Double: Ale belga rifermentata in bottiglia dal colore ambrato e carattere maltato. Spesso è una birra trappista o di abbazia.
-Eisbock: antica birra tedesca ottenuta dalla sottrazione di una parte della componente acquosa attraverso il congelamento del fusto. Il risultato è una birra corposa, alcolica e dal gusto deciso.
-Export: spesso è sinonimo di Dortmunder altrimenti può identificare una qualsiasi birra nata per l’esportazione. Altre volte dovrebbe indicare un prodotto di qualità superiore.
-Faro: lambic cui viene aggiunto zucchero durante la fermentazione. È una birra con circa il 5% di alcol, spesso ambrata, in cui la dolcezza dello zucchero si contrappone all’acidità della fermentazione spontanea.
-Gueuze: belga risultante da un taglio di alcune lambic stagionate in botte e altre giovani, rifermentata in bottiglia. Attorno al 5% di alcol.
-Ice beer: moderna versione delle Eisbock, congelata durante la maturazione. Di colore chiaro e buon tenore alcolico.
-Imperial stout: stout nata nel Regno Unito per essere esportata nella Russia Imperiale. Concepita per essere conservata a lungo, è una birra più alcolica di una stout tradizionale, arrivando facilmente all’8%.
-India pale ale/Ipa: inglese destinata tradizionalmente all’esportazione in India. Versione più alcolica e luppolata della semplice pale ale, supera facilmente il 5% di alcol.
-Kellerbier: bavarese a bassa fermentazione non filtrata. È tipicamente poco frizzante, con un buon tenore di luppolo.
-Kölsch: tipica di Colonia, ad alta fermentazione. È una birra chiara, piuttosto acida, con un’alcolicità vicina al 4,5%.
-Kulmbacher: proveniente da Kulmbach, in Baviera. Birra a bassa fermentazione di colore scuro e buona struttura.
-Lambic: birra belga di frumento e malto d’orzo a fermentazione spontanea rifermentata in bottiglia oppure in botti di quercia o rovere. Di colore chiaro opalescente, ha un sapore fresco e piuttosto acido e un’alcolicità vicina al 4%. Talvolta, con lo scopo di addolcirne il carattere, alla lambic viene aggiunta della frutta durante la fermentazione. La birra prende il nome di framboise se si tratta di lamponi, kriek di ciliegie, pêche di pesche, cassis di ribes neri.
-Light beer/Leichtbier/Birra leggera: definizione per una birra dal basso contenuto calorico e soprattutto alcolico. Spesso è una birra poco strutturata anche negli aromi e nel gusto.
-Malt liquor: termine diffuso negli Stati Uniti per indicare una strong lager. Di colore chiaro con oltre il 5% di alcol.
-Märzen: birra bavarese prodotta nel mese di marzo per essere consumata in autunno. È tipicamente una chiara dorata di buon corpo e dal carattere maltato, con un contenuto alcolico attorno al 5%.
-Mild ale: è tra le birre più diffuse in Inghilterra e con un tasso di alcolicità di circa il 3.5%. È di colore ambrato abbastanza carico, si differenzia dalla bitter per essere più maltata e meno luppolata.
-Münchner/Monaco: è stato codificato come uno dei primi stili di birra a bassa fermentazione. È scura con un carattere maltato e un’alcolicità attorno al 4,5%. Come facilmente intuibile dal nome, tipica di Monaco di Baviera.
-Old ale: scura inglese ad alta fermentazione, tradizionalmente invecchiata un paio di anni prima di essere consumata. Possiede il 6% di alcol, buon corpo e gusto strutturato.
-Pale ale: ale inglese di colore ambrato con riflessi ramati o aranciati. Possiede un discreto corpo e un carattere luppolato e circa il 4% di alcol.
-Pilsner/Pils: birra chiara a bassa fermentazione nata a Pilsen, in Boemia. È di colore dorato, talvolta con riflessi verdastri. Rispetto a una lager comune, dovrebbe essere particolarmente luppolata e dotata di maggiore corpo. Oggi il nome è inflazionato e potrebbe non descrivere una birra di questo tipo.
-Porter: originaria di Londra, simile alla stout ma poco meno scura e amara.
-Premium: in teoria dovrebbe identificare una lager chiara di qualità superiore. Nella realtà è un termine spesso abusato che può non significare nulla.
-Rauchbier: specialità a bassa fermentazione prodotta con malto affumicato. Scura di colore, con circa il 5% di alcol.
-Saison: è una birra fresca e ben luppolata con un’alcolicità tra il 6 e l’8%. Spesso rifermentata in bottiglia, può essere indicata per l’invecchiamento.
-Schwarzbier: lager tedesca di colore scuro, dal gusto deciso di malto e con un’alcolicità vicina al 5%.
-Scotch ale: ale proveniente dalla Scozia, di colore ambrato intenso con riflessi mogano. Indipendentemente dal contenuto alcolico, che può andare dal 3 al 10%, è una birra caratterizzata da evidenti note maltate.
-Stout: birra ad alta fermentazione tipica dell’Irlanda. Possiede una schiuma cremosa color nocciola, un colore scuro impenetrabile e un distintivo gusto amaro. Le stout inglesi sono più dolci e prendono nomi come sweet stout, milk stout o cream stout.
-Strong ale: stile diffuso principalmente in Belgio e Gran Bretagna. Di solito è una birra ambrata e piuttosto aromatica che supera facilmente il 6% di alcol.
-Strong lager: birra a bassa fermentazione e alto tenore alcolico, tipicamente chiara.
-Trappista: ale rifermentata in bottiglia prodotta in uno dei sei monasteri trappisti tra Belgio e Olanda. Può essere chiara, ambrata o scura e contenere dal 6 al 12% di alcol.
-Tripel/Triple: ale belga di colore chiaro rifermentata in bottiglia. Rispetto alla dubbel è più alcolica, speziata e meno maltata.
-Vienna: birra a bassa fermentazione di colore ambrato scarico con un buon tasso alcolico e un gusto delicato.
-Weissbier: birra tedesca di frumento. Può prendere il nome di hefeweisse se viene imbottigliata con del lievito, dunkel weisse se è ambrata e kristall weisse quando viene filtrata, risultando così brillante. In ogni caso la weissbier produce una schiuma abbondante, ha un profumo intenso, una buona frizzantezza, una discreta acidità e un gusto fresco. Contiene circa il 5% di alcol.
-Weizen: termine usato nel Sud della Germania per la weissbier.
-Weizenbock: birra di frumento tedesca di colore ambrato scuro. Unisce in sé l’acidità di una weizen con la rotondità e la potenza di una bock.
-Wheat beer: birra di frumento americana. Meno fruttata di quelle europee ma ugualmente fresca e frizzante.
I benefici della birra
Fermo restando che – come per tutte le bevande alcoliche – l’uso deve essere moderato, per la birra sono stati scoperti anche diversi benefici. Per chi è molto attento alla linea – visto che siamo già in periodo di vacanze – sfatiamo subito un mito: la birra non fa ingrassare. Infatti è meno calorica di quanto si pensi e in un bicchiere da 250 cc si ha un apporto di sole 85 calorie (contro 130 di un succo di frutta supervitaminico). Un aiuto per le ossa: l’Università di Davis (California) ha analizzato oltre 100 diverse birre in commercio e ha rilevato in molte la presenza di silicio. Questo minerale è in grado di aumentare la forma e la resistenza delle ossa del nostro organismo. La maggior presenza di silicio è stata riscontrata nelle birre prodotto con orzo e luppolo. Previene disturbi cardiovascolari: anche in questo caso diversi studi hanno dimostrato che un consumo moderato di birra è associato ad un minor rischio di infarto. Tutto grazie al suo contenuto (come anche per il vino) di polifenoli, antiossidanti dalle proprietà protettive molto efficaci. Protegge dal diabete di tipo 2: uno studio europeo effettuato su 16mila donne tra i 50 e i 70 anni ha dimostrato che quelle che consumano alcolici in quantità moderata hanno meno rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 rispetto alle astemie. E’ antitumorale: secondo una ricerca dell’Istituto dei tumori di Genova, l’alta concentrazione di polifenoli, in particolar modo dello xantumolo, è in grado di fermare la proliferazione dei vasi sanguigni che aumentano la crescita dei tumori. Insomma, bevuta con moderazione, la birra può apportare al nostro organismo diversi benefici.
Conservazione
La birra necessita di particolari attenzioni e una volta aperta va consumata nel più breve tempo possibile. Uno dei suoi principali ‘nemici’ infatti è l’ossigeno. Quando si apre una bottiglia o lattina di birra quindi, va bene conservarla in frigo, ma ricordatevi di non lasciarcela per giorni e giorni. Anche la luce porta ad una alterazione del sapore della birra e, in questo caso, bisogna quindi fare attenzione ad acquistare confezioni che siano al riparo dal sole e preferire bottiglie in vetro scuro, magari protette da una confezione in cartone. Una volta uscita dallo stabilimento di produzione, la birra va consumata fresca e nel minor tempo possibile, comunque mai oltre i 18 mesi se correttamente conservata in luogo fresco e asciutto e al riparo dalla luce diretta.
Private Label
Anche per la birra è possibile scegliere tra i diversi prodotti a marca commerciale (quelli per intenderci con il logo del proprio supermercato di fiducia). Tra queste, una delle più recenti ‘New Entry’ è la birra a marchio Coop (prodotta da birra Pedavena, Gruppo Castello S.p.A.). Il malto utilizzato per produrla è di origine italiana per oltre il 95% ed è garantito No OGM, mentre l’acqua è del bacino delle Prealpi Venete. Il luppolo viene dal Nord Europa, dove si produce quello migliore. La birra Coop ha una gradazione alcolica moderata, di 4,9 gradi ed esiste anche nella versione analcolica (alcol 0,5%), anche questa sempre prodotta negli stabilimenti di Pedavena.
Ma scopriamo i vari produttori che troviamo nelle diverse birre a marchio del distributore
Birra a marchio Auchan: è prodotta da Gruppo Castello S.p.A. (birra Castello – S. Giorgio Nogaro – UD)
Birra a marchio Carrefour (e birra Panaché): sono prodotte da H.West BV NL (produttore della birra Bavaria – Paesi Bassi)
Birra a marchio Conad: è prodotta da PIVOVARNA UNION D.D. (birra Union – Lubiana, Slovenia)
Birra a marchio Coop: è prodotta da Gruppo Castello S.p.A. (birra Pedavena – Pedavena – BL). Birra Primo Prezzo Coop: è prodotta da Brauerei zum Schwarzen Adler (Germania)
Birra a marchio Esselunga: è prodotta da Gruppo Castello S.p.A. (birra Castello – S. Giorgio Nogaro – UD). Birra Fìdel (Primo Prezzo Esselunga): è prodotta da birra Pedavena (Gruppo Castello S.p.A. – Pedavena – BL)