In queste guida spieghiamo quando si può accendere il riscaldamento.
Per il riscaldamento viene impiegata quasi l’80% dell’energia totale consumata in casa. Per limitare i costi e l’impatto ambientale che derivano dalla necessità di riscaldare, è importante sapere come utilizzare il riscaldamento casalingo nel modo corretto. La prima domanda che molto si fatto è quella relativa a quando è possibile accedere i termosifoni.
In base a quanto stabilito dalla legge, nella stagione in cui è acceso il riscaldamento la temperatura media nelle abitazioni italiane non deve superare i 20 gradi con una tolleranza di 2 gradi.
Il periodo dell’anno in cui la legge permette di tenere in funzione gli impianti di riscaldamento e il numero massimo di ore al giorno di accensione variano in base al clima della località in cui è ubicato l’edificio.
Per questa ragione, il territorio italiano viene diviso in sei zone climatiche diverse, che presentano necessità di riscaldamento diverse.
Le varie zone sono contraddistinte da un parametro, chiamato indice di gradigiorno. Più alto è questo parametro, più il clima nella zona è rigido.
Le zone vengono denominate con lettere dell’alfabeto, dalla più calda A, che identifica isole come Lampedusa, alla più fredda F, in cui si trovano località montane.
Di seguito riportiamo in cui è possibile accendere gli impianti di riscaldamento centralizzato, ovvero caloriferi e caldaie nei condomini, e per quante ore possono rimanere accesi, divisa per zone climatiche
-Zona climatica A. Dal 1 dicembre al 15 marzo, per 6 ore al giorno. In questa fascia troviamo Comuni di Lampedusa e Linosa, Porto Empedocle.
-Zona climatica B. Dal 1 dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno. In questa fascia troviamo Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa, Trapani.
-Zona climatica C. Dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno. In questa fascia troviamo province di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto.
-Zona climatica D. Dal 1 novembre al 15 aprile, per 12 ore al giorno. In questa fascia troviamo Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa C., Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia.
-Zona climatica E. Dal 15 ottobre al 15 aprile per 14 ore al giorno. In questa fascia troviamo province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza.
-Zona climatica F. Non ci sono limitazioni di tempo e orario. In questa fascia troviamo province di Cuneo, Belluno e Trento.
Il fatto di trovarsi in una determinata zona vincola l’immobile a utilizzare il riscaldamento esclusivamente nei periodi e negli orari determinati dalla legge per quella specifica zona.
In generale, poi, l’impianto dovrebbe essere spento tra le 23 e le 5 del mattino.
In presenta di condizioni atmosferiche eccezionalmente rigide, è possibile accendere il riscaldamento al di fuori dai periodi previsti, senza bisogno di richiedere un’autorizzazione, ma non superando la metà delle ore massime giornaliere normalmente consentite, in base a quanto previsto dal D.P.R. 412/93 e DPR 551/99.
Risulta comunque importante sapere che questa regola è sostanzialmente superata dai nuovi impianti. In molti casi è quindi possibile mantenere l’impianto sempre acceso, sempre che la caldaia abbia un rendimento non inferiore ai valori limite fissati per le caldaie di nuova installazione.
Le limitazioni alla durata giornaliera del riscaldamento, inoltre, non vengono applicate nel caso di impianti a bassa temperatura, come i pannelli radianti, e nei seguenti casistiche
-Impianti centralizzati che dispongono di sonda di temperatura esterna e di programmatore sigillato che regola la temperatura interna almeno sui livelli di 20 gradi per le ore previste dalla tabella e di 16 gradi per l’attenuazione notturna
-Impianti centralizzati e individuali in edifici dotati di contabilizzazione del calore e di un programmatore per ogni appartamento, che regoli la temperatura interna su almeno due livelli
-Impianti gestiti tramite contratti di servizio energia, cioè nei casi nei quali la caldaia è gestita una società esterna che fornisce un servizio di calore e si occupa di pagare l’energia.