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Mentre siamo impegnati a navigare in rete, consultando siti, guardando video, frequentando social network e visualizzando informazioni provenienti da ogni parte del mondo, è facile avere l’impressione che nessun luogo sulla Terra sia più veramente irraggiungibile e che, almeno a livello virtuale, i confini geografici siano solo un lontano ricordo.
Ma se tale impressione si rivela vicina alla realtà quando si tratta di reperire informazioni o comunicare a distanza, non risulta, invece, altrettanto verosimile quando si naviga in rete con l’intenzione di fare shopping.
Chi è solito fare acquisti online, sa benissimo che, ormai, sono sufficienti pochi clic per poter acquistare e ricevere, direttamente a casa, un qualsiasi oggetto che si trova in vendita dall’altra parte del globo. Sa, però, anche, che al momento della conferma dell’ordine, quando appare il totale comprensivo delle spese di spedizione, ci sono, il più delle volte, sorprese poco gradevoli.
Fare acquisti via internet su siti stranieri e, nel nostro caso di cittadini europei, situati fuori dall’Unione Europea, significa, infatti, sul piano legale, importare merci estere ed immetterle “in libera pratica”, ovvero libere di circolare, nel territorio dello Stato in cui si risiede, oltrepassando le frontiere.
Questa operazione, in termini di tasse, può costare anche molto cara, a volte talmente tanto da rendere poco conveniente l’acquisto stesso dell’oggetto.
Acquistare informati
Se ci troviamo in Europa e si acquistano merci da siti extra UE, si è tenuti a pagare, di solito tre diverse imposte
-Dazio Doganale: dipende dal genere di merce importato ed è, in genere, proporzionale al valore della stessa. Il valore dichiarato dal venditore dovrebbe corrispondere a quello che appare nella fattura. La percentuale di dazio dovuta si calcola a partire dalla somma tra il valore dell’oggetto e le spese di spedizione.
-IVA: varia in base allo Stato di destinazione della merce e si calcola sul totale corrisposto dall’acquirente, ovvero la somma tra il costo del prodotto, le spese di spedizione ed il dazio doganale applicato.
-Addebito amministrativo: si tratta di una somma aggiuntiva richiesta da chi si occupa del trasporto della merce acquistata e si trova, dunque, a compiere le operazioni di sdoganamento. L’importo varia a seconda del vettore utilizzato.
Dazio doganale o TARIC
Quando una merce deve essere immessa nel territorio dell’Unione Europea, il dazio doganale che il consumatore si trova a corrispondere al venditore prende il nome di TARIC, ovvero Tariffa Integrata Comunitaria.
La TARIC è disciplinata dal Regolamento CEE n. 2658/87, relativo alla “nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune”. Tale regolamento introduce l’utilizzo di tabelle per la catalogazione delle merci, che rendono più semplice il calcolo percentuale del dazio doganale dovuto.
Chiunque sia interessato a conoscere anticipatamente l’ammontare della TARIC, cioè del dazio imposto su una merce che ha intenzione di acquistare, può semplicemente accedere al sito dell’Agenzia delle Dogane italiana.
La struttura del sito, ad un primo sguardo, non è autoevidente, ma imparare ad utilizzarlo non è difficilissimo. La parte più complicata è, infatti, l’identificazione del codice corrispondente alla categoria d’appartenenza della merce. Le categorie sono, infatti, moltissime e suddivise a loro volta in sottocategorie via via più dettagliate e precise, in modo da comprendere ogni tipo di bene acquistabile.
Una volta individuato il codice, in pochi passaggi è possibile ottenere la percentuale di TARIC dovuta, da calcolarsi sul valore del bene indicato nella fattura addizionato delle spese di spedizione.
Il sito provvede anche al riepilogo delle altre imposte a carico dall’acquirente, come, ad esempio l’IVA, ed a ricordare al consumatore, possibili altre restrizioni e/o controlli, ad esempio di carattere sanitario, cui potrebbe andare incontro la merce acquistata a seconda della categoria specifica di appartenenza e dei paesi di provenienza e di arrivo.
Nel caso in cui il valore dell’oggetto non superi i 22 €, il dazio doganale non è dovuto, a meno che il bene acquistato non appartenga ad alcune specifiche categorie (es. profumi) che lo prevedono sempre e comunque.
IVA
L’IVA, o Imposta sul Valore Aggiunto (in inglese VAT, Value Added Tax), è applicata in 68 Stati del mondo: buona parte dell’Unione Europea l’ha adottata da tempo ed anche molti paesi extraeuropei.
In Italia, l’IVA è entrata in vigore nel 1972, con Decreto del Presidente della Repubblica.
In base alla legge italiana, la percentuale di IVA da corrispondere non è fissa, ma varia tra il 4 ed il 22%, in base al tipo di merce oggetto d’importazione.
Chi fa acquisti in paesi extraeuropei, è tenuto al pagamento dell’IVA, oltre che del dazio doganale relativo alla merce che sta importando, pena l’impossibilità di immetterla nel proprio territorio nazionale, quindi di riceverla al proprio domicilio.
In Italia, l’aliquota ordinaria dell’IVA è passata, nel 2013, dal 21 al 22%. Tale percentuale, in genere più alta di quella del dazio, essendo calcolata sul valore totale della merce (comprensivo, cioè, delle spese di spedizione e del dazio doganale) rende, talvolta, poco conveniente fare acquisti in paesi che non appartengono all’Unione Europea, specie quando lo scopo primario dello shopping online è il risparmio.
L’addebito amministrativo
L’addebito amministrativo, che l’acquirente è tenuto a rimborsare al Corriere Espresso o a Poste Italiane, nel caso la spedizione sia affidata a loro, è la quota dovuta per i servizi di sdoganamento della merce ed il rilascio del regolare certificato che consente di introdurre quanto acquistato nel territorio dell’Unione Europea.
L’addebito amministrativo, come tutte le altre imposte a carico di chi acquista, non è fisso, ma varia in base al contratto di servizio stipulato dal singolo Corriere.
Per questo è sempre consigliabile, prima di acquistare online e farsi recapitare la merce, dare un’occhiata alle condizioni proposte, per valutare in anticipo l’ammontare finale della spesa.
Bisogna, infatti, tenere presente che, se l’IVA si calcolava a partire dal prezzo dell’oggetto, sommato alle spese di spedizione ed alla quota di dazio doganale, l’addebito amministrativo si calcola su quello stesso totale ulteriormente addizionato della percentuale di IVA. La spesa complessiva può, quindi, raggiungere cifre considerevoli.
In media, le spese di sdoganamento si mantengono al di sotto dei 50 €, ma possono scendere anche di molto se la merce è affidata a Poste Italiane ed inviata con spedizione ordinaria.