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Oggi parliamo di dentifrici, un prodotto che nella maggioranza dei casi utilizziamo almeno due volte al giorno per la cura della nostra igiene orale. Il dentifricio veniva usato già ai tempi dei romani e degli antichi egizi, anche se naturalmente con una formulazione ben diversa da quella attuale nota a noi tutti. Gli antichi egizi infatti utilizzavano una miscela di sale, pepe, foglie di menta e fiori d’iris per la pulizia dei denti, mentre i Romani una pasta di sale, aceto, miele e schegge di vetro: insomma due formule che probabilmente non avrebbero un grande successo ai giorni nostri.
Il dentifricio di oggi
La prima vera pasta dentifricia (che più si accosterà alla formula attuale) arriva dal dentista inglese Peabody, che la inventò nel 1824, per poi subire nei decenni a seguire diverse modifiche (tra cui l’aggiunta di gesso per opera di John Harris), sino ad arrivare al 1960, quando la nuova formula prevedeva l’aggiunta alle paste utilizzate per la pulizia dei denti il fluoro. Nel 1892 il farmacista Washington Sheffield ha cominciato a mettere la pasta in un tubetto di metallo pieghevole, rimasto identico fino alla fine del Novecento quando sono arrivati sul mercato mondiale i tubetti in plastica. Le varianti attuali sono tantissime: dai supermercati alle farmacie, la lista di dentifrici con azione sbiancante, protettivi per le gengive, contro le macchie o con altre funzioni, è davvero lunga. E i nuovi prodotti immessi sul mercato non mancano mai.
Le formulazioni
Esistono varie tipologie di dentifricio: paste dentifricie, dentifrici in gel, acque dentifricie e polveri dentifricie. Le più diffuse rimangono senza dubbio quella della pasta dentifricia seguita dalla formulazione in gel. Le acque dentifricie (o dentifrici liquidi) hanno una composizione simile a quella delle paste da cui si differenziano per una quasi completa assenza di sostanze abrasive ed una percentuale maggiore di detergenti, essenze aromatizzanti e alcool etilico. Sono stati praticamente soppiantati dai collutori. Stessa fine per le polveri dentifricie, anche queste non più utilizzate principalmente per motivi di praticità oltre al fatto che svolgono un’eccessiva azione abrasiva.
Gli ingredienti del dentifricio
Il dentifricio è composto al 75% circa di acqua e da diversi principi attivi, tra cui il Fluoro, sempre – o quasi – presente. La formula base è di norma composta da
-20-40% di abrasivi: i componenti abrasivi o lucidanti sono costituiti generalmente da metafosfato di sodio, ossidi di alluminio e composti a base di silice; cioè sostanze capaci di asportare ciò che è più tenacemente adeso allo smalto, come ad esempio le macchie di tabacco, caffè, the. Un dentifricio che contenga elevate percentuali di sostanze di tipo abrasivo può consumare eccessivamente lo smalto e provocare lesioni, anche gravi, a carico del dente.
-20-30% di umettanti, conservanti e lubrificanti: hanno la funzione di ritardare la perdita del solvente quando il prodotto viene a trovarsi in ambiente aperto (evita quindi che si secchi o indurisca rapidamente) e, secondariamente, di conferire maggiore uniformità e lucentezza alle paste. Gli umettanti maggiormente utilizzati sono l’acqua, il glicerolo ed il sorbitolo.
-1-2% di addensanti: hanno la funzione tenere insieme tutti i componenti in maniera omogenea, impedendo quindi la separazione della fase liquida da quella solida dei dentifrici. Gli addensanti oggi più comunemente impiegati nella formulazione delle paste dentifricie sono gli alginati (sono i sali dell’acido alginico che costituisce la sostanza colloidale di alcune alghe marine. Hanno un notevole potere legante, agglutinante e addensante. A queste proprietà vanno inoltre aggiunte quelle di antitartaro, emostatico e detergente); gli esteri della cellulosa (metilcellulosa, idrossietilcellulosa, carbossimetilcellulosa. Sono dotati di notevoli proprietà leganti e addensanti. Il prodotto di questo tipo più usato è la carbossimetilcellulosa sodica, ottenuta dalla cellulosa per trattamento con acido monocloroacetico, che viene impiegata alla dose dell’1-2,5% ed è un ottimo ispessente) e la carragenina (o estratto di muschio irlandese o E407: una polvere inodore di color bianco giallastro che ha proprietà gelificanti e addensanti).
-1-3% di addolcenti;
-1-2% di detergenti (detti anche tensioattivi): vengono utilizzati nella formulazione dei dentifrici per penetrare e sciogliere i depositi superficiali, per emulsionare e disperdere l’aroma in modo da evidenziarne il gusto ed il profumo. Essi contribuiscono inoltre alle proprietà schiumogene della formulazione e possono anche avere attività antimicrobica.
-1-3% di aromatizzanti o correttivi del sapore: sono oli essenziali che si aggiungono alle formulazioni farmaceutiche per renderle più gradevoli e rinfrescanti. Gli aromatizzanti più impiegati nella formulazione delle moderne paste dentifricie sono: l’anetolo (ottenuto dall’olio d’anice, dal sapore dolce ed il caratteristico odore di anice); il bergamotto (ricavato dalle bucce fresche del frutto di Citrus bergamia, dal sapore aromatico amaro); il cinnamomo o cannella di Ceylon (essenza contenente il 60-80% di aldeide cinnamica); l’eugenolo (olio che si ottiene dalla distillazione dei chiodi di garofano, dell’Eugenia caryophyllus. È un analgesico locale ed un antisettico del cavo orale); peppermint (essenza ricavata dalla distillazione delle sommità fiorite fresche della menta piperita); spearmint (olio che si ottiene dalla distillazione delle inflorescenze fresche della mentha cardica o della mentha spicata.
-astringenti;
-coloranti.
Le percentuali riportate possono variare di prodotto in prodotto, in base alle sue caratteristiche (un dentifricio a forte azione sbiancante potrà avere ad esempio una percentuale più vicina al 40% che non al 20 di abrasivi..).
Il Fluoro
Diversi studi hanno dimostrato che l’attività cariogena nella bocca può essere contrastata mediante applicazione di fluoro. I composti a base di fluoro sono conosciuti anche con il nome di fluoruri e i più usati nella preparazione dei dentifrici sono: il fluoruro di sodio (NaF); il fluoruro stannoso (SnF2) che ha l’inconveniente di essere molto instabile e di sapore sgradevole; il monofluorofosfato di sodio (MFP); il fluorofosfato acido (APF); le amine fluorurate (AMF). I fattori che sembrano migliorare l’azione cariostatica dei dentifrici contenenti fluoro sono:
il quantitativo di fluoro disponibile nella formulazione: è stata riscontrata una maggiore attività cariostatica in paste dentifricie contenenti una maggiore quantità di fluoro rispetto alle stesse che ne contengono una minore. L’aumento oltre 1000 ppm della concentrazione di fluoro nei dentifrici sembra portare a miglioramenti statisticamente significativi nell’attività cariostatica (circa il 10%), ma non bisogna dimenticarsi del rischio fluorosi in caso di un utilizzo eccessivo.
la presenza di abrasivi e tensioattivi compatibili con il sale di fluoro;
la presenza di additivi.
Il dentifricio al fluoro sembra possa provocare però anche dei danni alla salute: infatti l’assunzione di quantità di fluoro superiori ai 2 mg al giorno causa fluorosi, rovinando le ossa ed i denti, e causando problemi al sistema nervoso e deficit cognitivi. La legislazione vigente impone che la quantità di fluoro presente nei dentifrici non possa oltrepassare le 1.500 ppm (ppm = parti per milione); quantitativo utilizzato per i soggetti adulti, mentre per i bambini la scelta deve orientarsi a dentifrici in cui la presenza di fluoro sia inferiore alle 500 ppm. Anche negli Stati Uniti la FDA ha accettato l’uso di paste dentifricie contenenti concentrazioni di fluoro pari 1500 ppm.
Dentifrici a marca commerciale
Come avviene per tanti altri prodotti (principalmente alimentari, ma non solo), anche per i dentifrici esistono le alternative a marchio del distributore (le principali catene della GDO), che permettono di risparmiare sul prezzo del prodotto, senza rinunciare alla qualità. Siamo andati a verificare i produttori dei vari dentifrici di Private Label di Auchan, Carrefour, Conad, Coop e Esselunga e li abbiamo elencati qui di seguito:
Dentifricio a marchio Auchan – Produttore: Grupo Boniquet Sparchim S.A. (Spagna)
Dentifricio a marchio Carrefour – Produttore: Grupo Boniquet Sparchim S.A. (Spagna)
Dentifricio a marchio Conad – Produttore: Bbg Spa (Ozzero – Milano)
Dentifricio a marchio Coop – Produttore: Co. Ind. (Noale – Venezia)
Dentifricio a marchio Esselunga – Produttore: SA.FO.SA. Spa (Gaggiano – Milano).