Se l’etichetta applicata agli alimenti è la carta d’identità del prodotto, leggerla ci permette di scegliere e consumare quel determinato alimento in modo critico e sicuro, a vantaggio della nostra alimentazione e di conseguenza della nostra salute.
La funzione delle etichette alimentari è quella di informare il consumatore, per legge deve quindi essere chiara, semplice e con informazioni complete e trasparenti che non inducano in inganno noi acquirenti sulle caratteristiche del prodotto e le sue proprietà.
Tra i dati che vanno obbligatoriamente inseriti in etichetta come la denominazione di vendita, la quantità netta e i dettagli sulla provenienza puntiamo l’attenzione sull’elenco degli ingredienti in cui i componenti del prodotto vanno scritti obbligatoriamente in ordine decrescente di quantità: da quello presente in dose maggiore all’ingrediente contenuto in quantità minore.
Discorso a parte per l’etichetta nutrizionale ovvero quella tabella che a noi più interessa perché riporta il valore energetico dell’alimento (le calorie) e le quantità di carboidrati, lipidi e proteine. Questa etichetta non è obbligatoria per tutti i prodotti: è facoltativa per gli alimenti confezionati in maniera artigianale o prodotti in piccole quantità, mentre diventa obbligatoria per gli alimenti con indicazioni che affermino una particolarità: i cibi “con pochi grassi” o “senza zucchero” o “a basso contenuto di colesterolo” e tutti quei casi in cui si dichiara che l’alimento contiene principi attivi utili dal punto di vista nutrizionale o per la salute.
Noi consumatori che leggiamo l’etichetta nutrizionale dobbiamo ricordare che tutti i valori indicati sono riferiti a 100 g (o 100 ml) di prodotto e solo in alcuni casi anche alla porzione e le informazioni più importanti che troviamo in tabella riguardano:
– Le calorie chiamate spesso valore energetico
– I macronutrienti ovvero carboidrati, lipidi e proteine
– I micronutrienti (se in quantità significative) ovvero vitamine e sali minerali
– Eventuali informazioni più dettagliate come zuccheri semplici (sotto-categoria dei carboidrati) o grassi saturi (sotto-categoria dei lipidi) o il contenuto in fibra.
Risulta essere proprio la distribuzione delle calorie nei vari nutrienti che ci fa conoscere meglio il prodotto. Per fare un esempio concreto, tra alimenti che appartengono alla stessa categoria, ipotizziamo i cereali da colazione, ci possono essere caratteristiche completamente diverse: una determinata marca può commercializzare un prodotto con molti più zuccheri rispetto a un’altra o con un contenuto minimo o nullo di fibra.
Tra le molte attenzioni da porre nel momento in cui si legge etichetta, non dimentichiamoci degli additivi ovvero quelle sostanze aggiunte ai cibi per migliorarne alcune caratteristiche come il colore, il sapore o i tempi di conservazione. Li troviamo nell’elenco ingredienti e li possiamo riconoscere facilmente in etichetta perché indicati con la lettera E seguita da un numero di tre cifre, ad esempio i numeri da E100 a E199 indicano i coloranti, da E325 a E385 i correttori di acidità, ecc.
L’utilizzo di additivi è regolato dal Ministero della Salute in base agli studi sulla tossicità, ma a causa dell’impossibilità nel testare tutte le combinazioni di additivi e i vari dosaggi di assunzione non è possibile affermare che gli additivi alimentari siano innocui anche se approvati dal Ministero.
Purtroppo quando si parla di etichette le truffe sono sempre dietro l’angolo, cerchiamo quindi di svelare definitivamente le più comuni
– Ricordando che gli ingredienti devono apparire in ordine decrescente di quantità sull’etichetta l’inganno è presto fatto separando in due ingredienti uno stesso nutriente: ad esempio anziché scrivere grassi suddividere in margarina e strutto per non far comparire la parola grassi al primo posto tra gli ingredienti.
– La dicitura senza zucchero significa spesso senza saccarosio e a volte può nascondere altri zuccheri fra gli ingredienti come ad esempio lo sciroppo di glucosio o di fruttosio o maltosio. Non essendo presente il saccarosio si può inserire la dicitura senza zucchero, ma l’alimento in realtà lo contiene.
– Il produttore può affiancare agli additivi registrati con la sigla europea, E + numero, anche altri additivi con il nome per esteso che non sempre il consumatore individua facilmente. Questo dato purtroppo in molti casi maschera la scarsa qualità delle materie prime dell’alimento.
Vista l’importanza dell’argomento, il consiglio più importante è quello di non dare credito a colori sgargianti, immagini attrattive e diciture che promettono effetti miracolosi, ma di controllare con i vostri occhi cosa contiene realmente quel fantastico imballaggio.